E' più di un anno che non scrivo sul mio blog. Che poi, dire la parole 'blog' è ormai vintage visto che è uno strumento ampiamente superato da post, cinguettii, tik tok, ecc. Eppure, il blog per me rimane affascinante, un foglio bianco dove poter liberamente scrivere le proprie impressioni senza l'ansia o il timore che sguardi indiscreti giudichino, spesso in modo errato, quello che scrivi. E' il caro vecchio diario di una volta. Ricordo il motivo perchè inizia a scriverlo, circa 16 anni fa. Ho scritto tanto, spesso male ma anche spesso bene, sicuramente quasi sempre in modo sincero e senza fronzoli, Riprenderò a scrivere il mio diario, magari non in modo quotidiano, però con una certa costanza, anche perchè è un modo per raccontare il mio presente. Oggi, ad esempio, avrei voglia di parlare del modo in cui gli enti pubblici selezionano i propri candidati nelle prove concorsuali. E' un tema che merita sicuramente rispetto nella trattazione e anche competenza. Lo affronterò mettendoci sicuramente tutta l'oggettività possibile. Posso solo dire che le selezioni pubbliche rimangono sempre una cosa tutta all'italiana, ovvero del facciamo vincere se possibile il candidato che ha già esperienza o quello che già lavora nell'ufficio. Sicuramente il metodo di selezione dei candidati, dalle prove preselettive a quelle scritte, è un mix di parzialità e incompetenza. Alla faccia di chi sostiene di voler cambiare la Pa e nello specifico le selezioni pubbliche. Si faccia un giretto, ogni tanto, ad assistere ai concorsi indetti soprattutto dagli enti di piccole dimensioni.
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