23 maggio 2013

PAZ

Non ho mai letto un suo fumetto, l'ho scoperto relativamente tardi ma sono convinto che Paz (Andrea Pazienza) sia stato uno dei più grandi artisti della nostra epoca. Geniale, pazzo, forse troppo incompreso (come tutti i grandi artisti), legatissimo all'underground e a Bologna sua città d'adozione. E proprio a Bologna ho legato la figura di Andrea Pazienza. Lui, come anche Tondelli o Nick Novecento, purtroppo tutti prematuramente scomparsi, hanno rappresentato quella Bologna che tanto mi è piaciuta e mi piace ma che ho scoperto non esistere quasi più. A modo loro hanno rappresentato quella Bologna fuori di testa, pazza, artistica e provinciale che tanto piace e che ora ritroviamo in vecchi libri, cartoline o ricordi dei pochi bolognesi che ancora abitano la città, che sembra aver perso parecchio smalto rispetto agli anni ottanta e novanta. A Bologna ha vissuto l'ultima parte degli anni '70, forse il periodo più interessante, controverso e ribelle degli ultimi anni del secolo passato. A Bologna è rimasto legato anche dopo la sua partenza, a Bologna studiò al Dams ma abbandonò la scuola a due esami dalla laurea. Tra pochi giorni, il 16 giugno, ricorre l'anniversario della sua morte. Andrea Pazienza me lo immagino come il classico ragazzo del sud Italia che viene a Bologna per studiare all'università e che nell'università trova l'ambiente giusto per tirare fuori tutti i suoi talenti artistici e per fare conoscenze importanti, tra cui appunto Tondelli e molti altri. Bologna ora gli dedica una targa per ricordarlo ed omaggiarlo. 

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