17 giugno 2017

TRASLOCHI

Quando faccio un trasloco inevitabilmente scrivo di meno. Il cambiamento, le cose da fare, il tempo che è sempre meno da dedicare alla riflessione. Il primo trasloco l'ho fatto da casa a Bologna. Non fu difficile a livello di cose in quando dovetti portare solo i vestiti. La casa era già arredata. Non fu facile emotivamente. Io ero completamente perso e sinceramente non sapevo neppure cosa significasse risolvere un problema. La mia permanenza a Bologna fu un disastro ma la città in se stessa la amo e spesso mi manca perché è una città unica. Il secondo trasloco dal paesello al paesello, sono tornato a vivere con una persona. Un poco più maturo, gli anni che passano e io che comincio a rendermi conto che siamo in due e i problemi bisogna affrontarli e risolverli. Terso trasloco, sempre dal paesello al paesello. Siamo ancora più maturi e siamo ancora in due. I problemi li risolvo da solo, mi angosciano sicuramente di meno ma comunque sono sempre problemi da affrontare. Nel terzo trasloco, il più difficile, ci sono anche le cose da portare da una casa all'altra. Io sono sicuramente più presente nella realtà, questo già è un gran passo. In questo tempo mi sembra di aver compreso tante cose. Non dico di aver capito il senso della vita e tutto il resto. Mi sembra però di aver fatto decisamente un passo in avanti per aver capito me stesso, cioè mi conosco decisamente meglio. Questo è anche un modo per conoscere meglio il mondo e, se vogliamo, lottare più per me stesso, i miei interessi e la mia famiglia.

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