7 ottobre 2012

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Una volta lavorare in una PA era un lusso, o meglio eri un privilegiato. Sotto certi aspetti questi caratteri sono ancora presenti però la PA (specie un ente locale) è divenuto una sorta di lavatrice di tutta l'immondizia che i livelli alti spingono in basso principalmente per non volontà di fare le cose. Ecco dunque che ti ritrovi a dover macinare l'impossibile delle cose spaziando dalla A alla Z. Non riesco a comprendere come mai proprio all'ente locale, che è la PA più prossima ai bisogni della collettività e quindi più desiderosa di risorse, lo Stato continui imperterrito a togliere fondi. Alla fine, oggi, sei quasi impossibilitato anche a cambiare una serratura. Per non parlare di tutto il fanatismo burocratico per fare una fornitura di materiale. Ci impieghi una giornata di lavoro per comprare un banchetto per la scuola elementare. Sono sempre più convinto che i nostri politici siano anni luce lontani dalla realtà locale, in parole molto povere non sanno neppure cosa faccia un Ente Locale come manutenzioni in una scuola e quante annualmente ne servono per tirare avanti con dignità e sicurezza. Questa tendenza all'immobilismo è un'altro elemento che non ci accomuna a molti paesi europei che fanno della flessibilità e dell'autonomia i motori dei governi locali. In Italia invece funziona tutto alla rovescia. Prima fanno una modifica costituzionale nel 2001 in cui si dà autonomia per poi piano piano rigirare la frittata e riprendersi potere con conseguente diminuzione di quell'autonomia mai realizzata veramente. Sono in questo paese possono fare queste contraddizioni così assurde...

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