17 febbraio 2013

GABRIELE E RIVER

Hanno una sola cosa in comune: l'arte. Per il resto sono state due persone molto distanti tra di loro, sia per età, che per paese che per professione. In comune l'arte e nello specifico una macchina fotografica. Gabriele Basilico è stato dietro la macchina fotografica. River Phoenix davanti ad una macchina fotografica. Oggi non ci sono più entrambi, per ragioni diverse. Gabriele Basilico è morto qualche giorno fa, è molto per una malattia. River Phoenix è morto diversi anni fa, molto da bello e dannato. In entrambi loro c'era una componente introspettiva molto forte. Gabriele Basilico, con profonda interiorità, coscienza e attenzione, ha fotografato la realtà urbana in bianco e nero, nei suoi scatti al margine c'è quasi sempre una nota malinconica, personale, sfuggente, come se quel paesaggio non appartenesse alla realtà ma alla sua fantasia. River Phoenix nel cinema e anche nella sua vita personale è stato un ragazzo molto introspettivo, fragile, forse vittima del suo stesso personaggio, forse troppo profondo per vivere questi anni veloci che divorano la fragilità. Entrambi, a modo loro, hanno lasciato un segno nel mondo dell'arte ed entrambi avrebbero ancora potuto dare tanto. River Phoenix sarebbe stato un ottimo soggetto per l'obiettivo di Gabriele Basilico, anche se lui ha sempre preferito fotografare l'architettura o comunque paesaggi urbani. Oggi River Phoenix rivive, dopo molti anni, nell'ultimo film della sua carriera, quel film mai uscito ma che il regista ha montato scena dopo scena per rendere omaggio ad un talento scappato via troppo presto. Oggi Gabriele Basilico rivive in tutte le sue fotografie e reportage, mi viene in mente Beirut, mi vengono in mente gli scatti delle industrie nella Milano anni '70.

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