Gli italiani saranno anche un
grande popolo ma sono dei pecoroni sognatori, influenzabili con la prima cosa
che gli passa sotto gli occhi e sconvolge la loro vita. Ci sono alcune cose che
ho notato e noto nel comportamento degli italiani, nel loro modo di vivere, che
mi rabbrividiscono. E' una questione di abitudini. Forse anche di stile. Noi
siamo il popolo che quando è sceso in piazza Grillo a Bologna lo abbiamo visto
come il salvatore e tutti siamo diventati 5 stelle nel tempo. Noi siamo il
popolo che quando è morto il 'Sic' ha attaccato l'adesivo n. 58 sulla macchina.
Noi siamo il popolo che ieri eravamo tutti berlusconiani e oggi tutti renziani,
è tutta una questione di Ici ieri e di 80 euro oggi. Noi siamo il popolo che,
ciclicamente a seconda delle occasioni, espone fuori casa la bandiera di turno.
Ricordo con tristezza le bandiere della pace. Noi siamo il popolo che amiamo
gli status-symbol e quindi tutti in 500 o tutti con il giubbino della Colmar.
Peccato che fino a ieri ignoravamo Grillo e il Sic, non ci intendavamo di
politica, non avevamo una bandiera in casa e a parlare di 500 come macchina ci
venivano i capelli grigi pensando ai nostri genitori quando l'avevano da
giovani. Tondelli ha usato una citazione molto vera e centrata su questi tempi
vuoti moderni. Disse così: 'Vivo in un tempo di pensieri deboli e di fisici
muscolosissimi'. Ho iniziato ieri a leggere, anzi a rileggere, il libro che
racconta la vita e gli ultimi momenti di Marco Pantani. Scritto da un
giornalista francese. Gianni Mura, che scrive un paio di pagine nel libro, dice
più o meno così: 'Ecco, ci volveva un francese per raccontare la verità su
Marco Pantani'. Noi siamo stati tutti 'pirati' all'epoca e oggi quasi tutti ci
siamo dimenticati di questo sportivo. Viviamo di epoche, di flash, ci facciamo
influenzare e illuminare per un istante, accendiamo la candela per poi
spegnerla poco dopo. E passare a un'altra esaltazione.
Nessun commento:
Posta un commento