10 maggio 2016

ITALIAN STYLE



Gli italiani saranno anche un grande popolo ma sono dei pecoroni sognatori, influenzabili con la prima cosa che gli passa sotto gli occhi e sconvolge la loro vita. Ci sono alcune cose che ho notato e noto nel comportamento degli italiani, nel loro modo di vivere, che mi rabbrividiscono. E' una questione di abitudini. Forse anche di stile. Noi siamo il popolo che quando è sceso in piazza Grillo a Bologna lo abbiamo visto come il salvatore e tutti siamo diventati 5 stelle nel tempo. Noi siamo il popolo che quando è morto il 'Sic' ha attaccato l'adesivo n. 58 sulla macchina. Noi siamo il popolo che ieri eravamo tutti berlusconiani e oggi tutti renziani, è tutta una questione di Ici ieri e di 80 euro oggi. Noi siamo il popolo che, ciclicamente a seconda delle occasioni, espone fuori casa la bandiera di turno. Ricordo con tristezza le bandiere della pace. Noi siamo il popolo che amiamo gli status-symbol e quindi tutti in 500 o tutti con il giubbino della Colmar. Peccato che fino a ieri ignoravamo Grillo e il Sic, non ci intendavamo di politica, non avevamo una bandiera in casa e a parlare di 500 come macchina ci venivano i capelli grigi pensando ai nostri genitori quando l'avevano da giovani. Tondelli ha usato una citazione molto vera e centrata su questi tempi vuoti moderni. Disse così: 'Vivo in un tempo di pensieri deboli e di fisici muscolosissimi'. Ho iniziato ieri a leggere, anzi a rileggere, il libro che racconta la vita e gli ultimi momenti di Marco Pantani. Scritto da un giornalista francese. Gianni Mura, che scrive un paio di pagine nel libro, dice più o meno così: 'Ecco, ci volveva un francese per raccontare la verità su Marco Pantani'. Noi siamo stati tutti 'pirati' all'epoca e oggi quasi tutti ci siamo dimenticati di questo sportivo. Viviamo di epoche, di flash, ci facciamo influenzare e illuminare per un istante, accendiamo la candela per poi spegnerla poco dopo. E passare a un'altra esaltazione.

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