20 settembre 2016

CONDIVIDERE

Io non parlo, ci pensano gli altri a rovinarsi le giornate. Spesso inutilmente. La questione della ragazza di Napoli morta suicida a causa di un suo video che girava in rete è una storia molto triste e che fa riflettere. Deve far riflettere non solo umanamente ma deve far riflettere in merito alla questione della 'condivisione' che la tecnologia ci permette di fare. Ormai condividiamo di tutto e non c'è più limite, non c'è più etica. Io stesso condivido fotografie o miei dati, dopo penso sempre che fine faranno. E' penoso assistere a questo decadimento dell'uomo, schiavizzato dai 'like', dai 'tag', dall'ostentazione a volere essere a tutti i costi tracciato e riconosciuto, l'ostentazione ad avere riconoscimenti dagli amici, dai parenti, dagli estranei. Il fatto della ragazza napoletana è finito tragicamente, purtroppo. Tutti noi, soprattutto gli adulti, siamo consapevoli (forse) di questo baratro che si chiama internet e condivisione. Internetè è una cosa, condividere è un'altra cosa. La storia della ragazza suicida mi ha fatto veramente pensare a quanto siamo indifesi e soli davanti a questa mano gigante che manipola tutto di noi. Ho una pessima opinione dei social network. In mezzo a tutto questo, mi sono fatto la mia opinione sul perchè 'dobbiamo' condividere: non siamo appagati, non siamo gratificati, la maggior parte di noi si sottostima e questo porta a cercare riconoscimenti virtuali che come una pillola ci aiutano a tirare avanti la giornata. Sarebbe bello ma è un utopia che un giorno, come una massa, l'umanità decida di colpo di abbandonare la condivisione dei dati e quindi in primis i social network. Sarebbe sicuramente il nostro risveglio dal letargo, la nostra rivincita.

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