31 gennaio 2015

VOLARE

Ecco che per una volta, da tanto tempo, riesco ad anticipare il blog e a scrivere un posto per il giorno dopo. In questo 'casino' di questi giorni diventa quasi impossibile programmare le cose e invece prende il sopravvento il cogliere l'attimo e farle senza pensarci troppo. Mentre scrivo penso a domani (che poi sarebbe l'oggi del post) e in particolare la giornata che si presenta: alzata presto per scattare almeno due fotografie, pulizia della casa e cominciare a portare qualcosa che non so neppure cosa, Messa e forse dormire rinunciando ad uscire alla sera. E' vero il motto o il pensiero popolare che chi ha più da fare e più fa, forse è l'energia che butti dentro o forse non hai molto tempo per 'ponzare' e quindi ti dai da fare per cercare di fare. La cosa che un po' mi allarma è quanto effettivamente serva tutto questo sbattimento cioè se alcune cose le facessi anche domani non sarebbe lo stesso e vivrei comunque? Va' bene che poi alla fine cerco di fare i compiti quotidiani che mi capitano, nel bene o nel male, con voglia o controvoglia, cerco di fari e basta, non sentendomi un campione nè un talento ma solo una persona normale. Vivere in un paese è bello per via della pace e del verde ma onestamente alle volte mi va' stretto, cioè sento il desiderio della vita, della puzza, del rumore e delle voci. Vivere a Berlino o a NYC sarebbe il massimo così come sarebbe il massimo avere la possibilità di girare l'America e fotografare l'impossibile o lo strano. Si passa da momenti di lentezza a momenti di volo rapido e discendente, come se fossi sulle montagne russe.

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