30 dicembre 2016

ROXY BAR

Mi chiedevo questo: se tu dai, un giorno verrai ripagato per quanto hai dato in termini di bene? E anche di male? Nella mia vita poche volte ho dato senza pretendere che anche l'altro facesse lo stesso con me. Credo sia un indole nella natura dell'uomo quella di attendere sempre qualcosa in cambio. Oggi onestamente è meno forte in me questo desiderio di reciprocità, in parole povere mi capita di dare il bene senza chiedere lo stesso per me, forse sono anche più contento. Lascio al destino le sorti di tutto e attendo di vedere cosa sarà. Chiude il Roxy Bar. Che non è il bar cantato da Vasco Rossi nella sua famosa canzone, quello esiste ancora ed è a Bologna, anche se in realtà pare non abbia alcun collegamento con la citazione della canzone. Mi riferivo al programma Roxy Bar, ideato e condotto da Red Ronnie. Chiude semplicemente perchè portarlo avanti è oneroso e quando non si ha dietro una struttura in grado di sopportarne i costi, diventa molto difficile se non impossibile proseguire. Peccato, veramente. In Italia le cose belle o rivoluzionarie durano sempre poco a causa di tanti fattori: invidia, poca professionalità, poca conoscenza del settore, scarso coraggio di investire, masochismo. Ho sempre apprezzato Red Ronnie e il suo modo di lavorare, o meglio di intendere lo spettacolo e presentarcelo sotto una veste che mai prima la televesione e la radio avevano osato ovvero la familiarità. Una per tutte: gli ospiti andavano gratis da Red Ronnie. La musica, italiana specialmente, già da anni è morta in Italia. Case discografiche quasi inesistenti nella promozione, talk-show inutili nel far emergere veramente potenziali artisti. Con la fine del Roxy Bar, si chiude anche l'ultimo spazio indipendente, libero e onesto di musica.   

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