8 settembre 2015

CULTURA

La cultura mi salverà. E salverà le persone se solo comincieranno a rendersi conto che oggi la loro testa è chiusa con un lucchetto e non pensa. Quando parlo di cultura non parlo solo di leggere un libro ma di essere curiosi, di conoscere, di sapere, di farsi delle proprie idee e di esternarle, di prendere una posizione e i suoi rischi, di non aver paura di stare al mondo. La cultura, a differenza dei nostri politici che la disprezzono, è una risorsa fondamentale di sviluppo al pari delle risorse economiche e andrebbe incentivata a crescere, servono investimenti sulla cultura e non invece, come accde, continui tagli nei bilanci. La cultura permette l'evoluzione dell'uomo e della socità ma soprattutto mette in condizione l'uomo di pensare; ed è proprio questo, cioè il pensare, una cosa che i poteri forti e il sistema non vogliono che accada ovvero che la gente pensi e quindi si faccia delle proprie ragioni personali. Cultura è anche conoscenza del passato, della storia. I nostri attuali politici, la classe dirigente, è assolutamente priva, o meglio ignorante, del passato e dei pochi grandi politici che il nostro paese ha avuto, della loro storia, delle loro idee, delle loro lotte. La cultura permette anche di essere più presenti nella città in cui si vive, quanti aspetti e quanti luoghi diamo per scontati o non conosciamo o ancora ne disprezziamo il valore per il solo fatto che ci hanno messo in testa che la storia è una perdita di tempo, una banalità. Ecco, nel momento storico che viviamo, che è un momento estremamente povero di valori, in cui le persone a fatica si rendono conto di vivere in quanto 'inebetite' dal sistema e dalle routine quotidiane, riemerge a forza la necessità di rimettere la testa fuori dall'acqua e cominciare a Pensare.

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