22 gennaio 2014

KIEV

Anche a Kiev ci sono sommosse. E scontri. Da lontano, da qui, ci appare come una città nel pieno del suo sviluppo dopo gli anni freddi del comunismo. Forse lo sviluppo c'è, soprattutto economico. Ma non è esente dalle nuove esigenze che i cittadini mostrano e non è esente dinnanzi ai riflettori dell'opinione pubblica. Questi governi nati negli ex-paesi del blocco sovietico mettono sempre qualche dubbio per come sono nati e per chi li comanda. Qui in Italia rasentiamo ormai il paradossale. Incontri tra destra e sinistra per mettersi d'accordo su come poter governare con stabilità. Dopo vent'anni di "mal governo" e di leggi elettorali sbagliate, questi scienziati della politica arrivano a pensare che forse sarebbe meglio incontrarsi per mettere a punto una legge elettorale che assicuri stabilità. In questo modo, secondo quanto dicono, i partiti più piccoli non potranno più ricattare i grandi partiti. Mi da' l'idea di una mossa strategia per escludere qualche partito neo-nato che ha raccattato molti voti nelle ultime elezioni. Di sicuro io non voterò questi signori. Non votare è un diritto come andare a votare. Semplicemente sono stufo di sentire parlare, di ascoltare proclami, di lanciare riforme che mai verranno fatte. Intanto oggi la gente, per colpa di questi signori, patisce sulla propria pelle una crisi economia ed umana senza precedenti.

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