16 novembre 2015

L'ATTACCO IN FRANCIA

L'attacco in Francia a Parigi è sconvolgente per la crudeltà con cui è stato commesso ed è sconvolgente per il numero di morti e feriti. Mai era accaduto un fatto simile. La politica dei terroristi è colonizzare l'occidente con calma e con il tempo a disposizione, colpendo i centri nevralgici delle capitali europee, i centri dove c'è vita, l'obiettivo è destabilizzare la nostra sicurezza, metterci dentro la testa quel seme di instabilità e paura che non ci fa vivere. Ma allo stesso tempo queste stragi sono l'espressione di dove possono arrivare i terroristi, qual'è il livello della bacchetta che possono raggiungere. L'idea di farsi scoppiare dentro allo stadio è pazzesca, forse in un film può andare bene ma non certo nella realtà. Così come cominciare a sparare dalle balconate di una sala da ballo per due ore. Il mondo occidentale è sotto shock, colpire la vita delle persone non è come colpire una raffineria di petrolio in Siria. Davanti a fatti di questo genere è giusto indagare sul perchè possono accadere, delle motivazioni che spingono a compiere tali stragi, al di la della frase comune che queste persone sono assassini senza scrupoli. Ed è giusto che tra noi occidentali, dentro le scuole e le istituzioni, dentro le case, se ne parli, per capire e per non dimenticare domani quello che è accaduto venerdì sera. L'odio chiama odio, l'odio genera odio. Ricordiamo tutte le vittime e in particolare la ragazza italiana morta nella sala da ballo. Sarebbe bello, capisco che sia un utopia, poter instaurare il dialogo tra due mondi che oggi si odiano e trovare un compromesso, una via d'uscita a questa strada che oggi vedo a fondo cieco. Cosa ci aspettiamo ancora se non bombe e attacci terroristici? Possiamo andare avanti così, per anni e anni?

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