16 marzo 2014

INDIVIDUALE

Mi sono iscritto alla Stramilano di marzo. In realtà non era in programma, cioè nel senso che non avevo intenzione di farla per vari motivi: non sono sicuramente nel mio periodo di forma più vincente, non la fa nessuno di quelli che conosco, non mi sono allenato come l’anno scorso. Poi però ho pensato che dalla mia ho un bel vantaggio cioè appunto essere solo, il che vuol dire prendermela con calma, mettermi il mio iphone nelle orecchie e farmi questi 10 km senza l’assillo di dover arrivare per forza davanti. Già l’anno scorso ero decisamente entrato in questa ottica ma correre con gli altri ti porta inevitabilmente a dover competere con loro e voler chiaramente fare una bella figura. Quest’anno, essendo da solo, sono io l’avversario di me stesso e questo non è male. Sono soddisfatto dell'iscrizione e di dovermi comunque gestire in autonomia l'andata e il ritorno, meno soddisfatto della maglietta perchè onestamente non mi piace molto. Tutto ciò riflette anche la mia condizione personale di trovarmi a mio agio negli sport solitari e trovarmi in difficoltà quando ci sono sport di squadra. Il condividere non è il mio punto di forza. Invece quando sono da solo rispondo solo a me stesso. E’ così anche in questa esperienza politica, in realtà il dover condividere idee o strategie non è il mio forte o meglio entro poco in sintonia con gli altri perché li vedo lontani dalle mie posizioni. Anche nel lavoro è lo stesso, se sono io a dovermi gestire una cosa certo faccio fatica ma sono più forte. E’ paradossale se penso che in realtà un aiuto o un’alleanza dovrebbe portare maggiore forza. Sono il classico tipo che andrebbe a fare il Triathlon o quelle competizioni sportive massacranti soltanto per misurare se stesso e stare da solo con se stesso. Anche questa è poesia. Poesia interiore. 

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