26 settembre 2012

IL DIRITTO DI OPINIONE PUO' PORTARE AL CARCERE

Un giornalista scrive un articolo e questo articolo viene ritenuto diffamatorio dal destinatario di questo articolo. Il destinatario decide di querelare il giornalista per diffamazione. Fin qui non c'è nulla di strano in quanto di casi simili ne abbiamo sentiti parecchi, soprattutto in questi anni. In primo grado il querelato perde, così come perde in Appello (2° grado). Ora che il verdetto finale, cioè la Cassazione, che, tra le ipotesi, potrebbe anche confermare quanto già sentenziato in Appello. A questo punto per il giornalista, che non può godere di condizionali e altre cose, scatterebbe automaticamente il carcere, per la precisione 1 anno e 4 messi di prigione. In questi giorni pare che il mondo politico si stia seriamente muovendo per voler emanare un decreto "salva giornalista" entro mercoledì che è giorno di Cassazione. Non credo sia giusto un decreto ad hoc per salvare una singola persona perchè il potere di legiferare diventerebbe automaticamente un potere ad personam. Non credo neppure che in un paese ancora democratico come il nostro si possa incorre nel carcere per l'esercizio di un diritto di opinione sebbene diffamatoria. Sarebbe più umano, razionale e moderno depenalizzare questo reato e farlo diventare, così come lo è in tanti altri paesi europei, un fatto pecuniario.

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