17 settembre 2012

JONES MAPHIA

Se il rap muove le masse, sicuramente negli anni ha mosso anche le tasche dei discografici che da buoni avvoltoi hanno fiutato il business cioè musica che attrae la massa più debole di consumatori ovvero i giovani. Ormai al 99% il rap in Italia è musica da classifica e si fa molta fatica a distinguerlo dal pop. Finti rappers emulano i fratelli americani più famosi e vivono dentro le loro gabbie d'oro ma pur sempre gabbie. Nel sottobosco del rap rimane però pulsante la parte più viva, quella più genuina, quella che spinge ancora le origini, quella che racconta la verità. Inokiness, Assalti Frontali e molti altri sono il vero cuore del rap e dell'hip-hop. E con loro poteva esserci anche Jones Maphia, un ragazzo siciliano purtroppo scomparso prematuramente ma dotato di grande virtù non solo nel beat ma anche nella scrittura. Jones Maphia cantava "non cerco notarietà...". Jones Maphia è il ragazzo che aveva l'antidoto contro quella parte di rap uccisa da discografici e finti rappers con l'unico obiettivo di fare soldi. Zero qualità, solo soldi. Poi ascolti Jones Maphia e "boom", altra qualità, livello superiore, vero rap. Meno male che c'è Jones Maphia. Meno male che c'è il sottobosco che spinge senza contratti e velleità di notorietà.

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