In questo periodo non riesco a
scrivere un post ogni giorno come tempo fa mi ero ripromesso di fare. Un po’ mi
manca il tempo e un po’ non ho da scrivere. Comunque cerco di mantenere una
buona media di post e di scrivere cose sempre appartenenti al mio quotidiano
vivere. Per esempio in questo fine settimana appena trascorso sono stato al
gazebo per le elezioni amministrative di maggio. Ieri tra l’altro la nostra
presenza del gazebo coincideva con la festa del paese e per cui c’è stato un
buon passaggio di persone, conoscenti o meno. Come al solito siamo circondati
da persone intelligenti e persone che non sono intelligenti. I non intelligenti
sono quelli che oggi non ti salutano perché sei suo avversario politico o come
piace a loro dire “competitor” (fa figo usare quelle due o tre parole
anglosassoni che si conoscono e poi però non sapere parlare correttamente la
grammatica inglese) ma che ti saluteranno domani nel caso tu vinca le
amministrative e ti diranno pure: “io ti ho votato!”. Il paese come il mondo è
veramente una fauna di personalità differenti. L’Inter ha perso il derby con il
Milan ma alla fine non me ne importa molto. Tengo l’Inter ma questo calcio mi
ha rovinato la passione che avevo da piccolo. L’ultimo esempio paradossale
quello avvenuto sabato sera allo stadio Olimpico di Roma cioè una partita che
si è giocata perché i capi ultras della squadra hanno dato il loro consenso che
si giocasse. E le istituzioni, silenti e fuori dalla realtà come il loro
solito, sedute in tribuna, anzi sprofondate nelle poltrone di pelle dello
stadio. Questo è lo specchio del nostro paese come funziona oggi. L’ultras che
le televisioni hanno immortalato appollaiato come un uccello è già la star di
giornali e televisioni. Tra poco mi aspetto di vederlo alla domenica pomeriggio
in qualche salotto benpensante.
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