17 giugno 2016

FIAMME E ROCK 'N' ROLL

Ero relativamente piccolo e dei quei giorni ricordo solo le immagini al telegiornale regionale di Rai 3 e gli articoli sul Corriere della Sera che mio padre comprava. Lo sgombero del Leoncavallo fu uno dei passaggi storici che riguardò la città di Milano e nello specifico la Milano operaia, di sinistra, quella che lottava per semplicemente per spazi e forme di libertà che in qualche modo il vento del carsismo stava decisamente combattendo e reprimendo. Il Leo è un centro sociale storico, nato nel danni '70 nella via che gli diede il nome, negli anni '80 invece dovette schierarsi contro un governo locale che della repressione faceva il suo cavallo di battaglia, d'altronde era la Milano della moda, dell'innovazione, del design, la Milano della borghesia e delle televisioni private, del rampantismo. Cosa poteva mai centrare un centro sociale pieno di 'comunisti' e 'fattori' con tutto questo? Un gruppo di ragazzi, tra cui Bruno Segalini, combatte una giornata intera per difendere la loro casa, uno dei pochi spazi a Milano dove ci si poteva incontrare liberamente, in modo spontaneo. Il culmine di tutto fu l'attaccato delle forze dell'ordine, la resistenza del gruppo e alla fine la resa con l'arresto degli attivisti del centro. Fu detto di tutto contro questi ragazzi tra cui anche 'delinquenti'. Bruno Segalini racconta, senza filtro, quelle ore e finalmente si apre la voce e la testimonianza di chi quel giorno era present. Bruno Segalini, come i suoi compagni, ha anche pagato le conseguenze di quell'arresto. Oggi questo libro è una testimonianza alle nuove generazioni di cosa sia il valore di credere in ciò che si porta avanti, anche a rischio di mettere a repentaglio la propria sicurezza. E' un bel libro, che dovrebbe essere letto anche da chi fu ed è detrattore di questi centri sociali. Leggendo il libro emerge ovviamente come lo sgombero del Leo non fu solo uno sgombero fine a se stesso ma dietro questa operazione c'erano altri scopi molto più altri, tra cui, secondo me, quello politico di dimostrare che l'autorità c'è e agisce. Sarebbe interessante, ma forse è utopistico, che a distanza di anni, si potesse aprire un confronto serio tra le parti che in quei giorni si videro opposte e si potessero dare risposte. Non cambierebbe nulla, ormai quello che è stato, è stato, ma si potrebbero dirimere nodi che ancora oggi sono aggrovigliati e forse anche togliere un po' di ombra verso quei ragazzi.

Nessun commento:

Posta un commento