19 aprile 2013

MARTIN

Martin, un bambino che ha abbracciato suo padre e poi è morto per una bomba. Nel mondo, per colpa degli uomini, accadano anche queste cose. E di peggio. La nostra vera condanna è quella di essere vittime di noi stessi, delle nostre perversioni, delle nostre malattie, delle nostre schizzofrenie e di tutto quanto abbiamo dentro. Non ci sarà un finale in positivo ma è una corrente che ci spinge sempre più giù, più a fondo, una corrente inarrestabile a cui non possiamo fare nulla perchè noi siamo il male di noi stessi. Un giorno, forse, il mondo finirà e sarà per causa dell'uomo. Anche una bottiglia di plastica buttato in un bel prato verde mi mette ansia, mi mette tristezza, mi fa arrabbiare davanti a questo menefreghismo per la vita altrui. Il fotografo con cui sabato ero in gita nel pavese diceva durante il corso: "a parte il bello della fotografia, la cosa principale è farvi passare l'amore per la natura". Credo che questa frase valga molto di più del senso della parole, significa amare la vita in generale e anche gli animali. Dove c'è un animale che sta' bene o un albero verde, allora c'è vita. Martin e tanti altri bambini muoiono quotidianamente per ragioni diverse. Ogni giorno distruggiamo un pezzo di vita quando buttiamo giù un albero o sotterriamo dei rifiuti in un campo. Non è più tempo di essere disinteressati a quanto ci accade affianco. In questi giorni sono abbastanza inquieto. Un motivo è anche questo: il timore del male che avanzi sempre di più!

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