7 aprile 2013

VITA

La pioggia sicuramente non mi mette mai di buon umore. E quando piove, non so come mai, mi riaffiorano sempre in mente gli anni passati. Non parlo del passato recente ma degli anni in cui avevo vent'anni o giù di lì, gli anni in cui dovevo decidere cosa fare e cosa non fare, gli anni abbastanza cruciali in cui inevitabilmente passi da ragazzo ad adulto. La famosa linea d'ombra in cui sei costretto a superare il confine che ha delineato gli utopismi per passare nel mondo reale. Ricordi belli e anche meno belli. Un punto interrogativo che in quegli anni mi balenava sempre in testa era questo: cosa faccio della mia vita? Oggi, che bene o male una strada l'ho tracciata, mi spavento ancora quando penso a quell'interrogativo, a quella domanda che mi assaliva durante il giorno. Ho sempre paura che quella domanda torni presente e necessaria. Il rapporto con la mia famiglia. La ricerca del lavoro. La necessità di saltare oltre il bordo. I crocevia e le scelte inevitabilmente da prendere. Erano tutti punti in cui dovevo prendere una posizione. Adesso che forse una posizione l'ho presa, quegli anni un poco mi mancano. Ricordo la Ford Fiesta colore verde scuro e prima ancore la Uno grigia. Ricordo un cappellino nero con la visiera che avevo comprato a Malta. Ricordo dei pomeriggi di pioggia in cui mi sono sentito escluso dalla vita che invece aveva un suo corso definito. Alle volte è anche bello salire sul pulmino dei propri ricordi...

Nessun commento:

Posta un commento