9 ottobre 2014

SETTANTA

C'è un altro motivo per cui sono andato a Bologna e continuo ad andarci. Il motivo è legato al fatto che il passato non lo si puàmbiare, è vero, ma non lo si deve dimenticare e semmai lo si può correggere in taluni aspetti. Di Bologna mi innamorai per la Bologna anni '70 e '80, quella Bologna che, sebbene provinciale, era una Bologna d'avanguardia, avanti, quasi internazionale e fucina di talenti ma che allo stesso tempo permetteva ai suoi abitanti di vivere in un bel contesto sicuro. Era la Bologna ad esempio del Dams, era la Bologna dove nasceva la musica, era la Bologna studentesca e delle radio pirata. La Bologna della mensa universitaria, già citata  Oggi la città è inevitabilmente cambiata, cambia il mondo e giustamente cambia una città. Sarebbe stata una sorta di dinosauro se non fosse mutata. Si è adeguata ai tempi che sono tempi terribilmente vuoti e privi di valori, tempi di stanca, tempi dove un ragazzo che può lottare preferisce lobotomizzarsi con un iphone o con una chat. Ieri sera sul computer ho guardato un pezzo di un film che racconta questa Bologna, si chiama Paz ed è ispirato dai personaggi inventati e disegnati da Andrea Pazienza. Ho scoperto una canzone molto bella, che non conoscevo. La cantano i PGR (il gruppo che fu di Giovanni Lindo Ferretti) e si intitola Settanta. E' contenuta nella colonna sonora del film. Una filastrocca cantata con suoni elettronici e un po' ruvidi, una filastrocca che però dice molte verità su quegli anni tanto oscuri quanto affascinanti.

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