26 giugno 2012

UOMO DI VALORE

La misura del valore di un uomo non è fatta, almeno, dal solo criterio di quanto fa. Ma il valore di uomo lo si deve calcolare (quasi fosse il risultato di una somma algebrica) da tutti i punti positivi che l'uomo ha e per democrazia occorre togliere tutti i punti negativi. Molto spesso, nella società attuale, si è soliti misurare il valore di un uomo guardando il curriculum, guardando quanto lavoro materiale compie durante il giorno, guardano il tipo di lavoro che svolge, guardando la percentuale di fatica che deve sopportare. In sostanza: più istruzione hai o più esperienze lavorative hai, più vali. Più ti sporchi le mani, più vali. Più svolgi una certa tipologia di lavoro, più vali. Più fatica fai, più vali. Non sono d'accordo con questa massima sociale, uno studioso vale quanto un operaio e un operaio vale quanto uno studioso. Credo che nella vita, bene o male, ci sia tempo per tutto, per essere studioso e per essere operaio. Nella mia esperienza di lavoro ho fatto sia lavori manuali che lavori impiegatizi e mi sono sentito ugualmente importante o meno importante. E' ovvio che siamo tutti indirizzati a sposare massime quali se studi allora vali di più, più fai carriera allora vali di più. Secondo me, con la situazione attuale e non parlo di situazione economica quanto di situazione mentale, oggi il vero dogma da sposare è quello di stare bene qualunque tipo di persona siamo, qualunque tipo di lavoro facciamo, sentirci di valore per tutte le nostre risorse e talenti che abbiamo e non unicamente per quelli che la società ci impone. Ognuno poi è sicuramente bravo in qualche cosa e meno bravo in altre. O meglio, ha più attitudine in qualcosa e meno in un'altra ma ciò non esclude il fatto che se provassimo con impegno a fare qualcosa di cui non siamo portati non esca magari qualcosa di bello e ben fatto. Oggi, per un volta, non avevo voglia di spare a zero su tutti e tutto...

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