5 settembre 2014

L'ITALIA E' COSI'

Spesso, sentendo le notizie dai telegiornali o leggendo i giornali o parlando con le persone, mi faccio l'idea che siamo un popolo superficiale e non cosciente di quello che è accaduto e sta accadendo nel nostro paese. In un altro paese occidentale democratico il popolo non avrebbe mai permesso che la democrazia e la sovranità del popolo fosse messa sotto i piedi. Qui da noi tutto è lecito e tutto è permesso, questo accade perchè fin quando gli avvenimenti non ci toccano di persona allore li sopportiamo senza alcun problema. E siamo anche il popolo che su Fb pubblica a nastro le foto delle vacanze in Sardegna, che pubblica i pensieri dei figli, che pubblica le foto delle torte fatte in casa e che si prodiga a condividere improbabili frasi di felicità. Siamo il popolo per antonomasia che vuole mettersi in mostra anche se non ha dalla sua la sostanza. Siamo il popolo che vive della propria immagine. Siamo il popolo che indossa al polso l'orologio di valore ma non conosce la qualità del tempo. Fa impressione vedere come in 20 o 30 anni questo paese abbia avuto un drastico decadimento morale, economico e sociale. E' naturale chiedersi le ragioni e queste ragioni non le posso ricollegare unicamente alla crisi econimica che da anni ci affligge, ormai un luogo comune in bocca a tutti e con cui troviamo sempre una scusante alle cose che ci accadono. La prima grande ragione di questo arretramento sta nella classe politica, nei dirigenti che devono appunto dirigere la società in tutti i suoi aspetti e settori. Una classe dirigente amorale, inesistente, mancante di qualità professionali e di quantità di tempo dedicato ai problemi. E' ovvio che una società mal condotta finisce inevitabilmente nel baratro. Buona parte di noi lo sa o lo immagina eppure accettiamo passivamente questo fatto. Molti altri credono ancora ciecamente alla classe politica. Qualcun'altro semplicemente se ne frega non sentendosi più italiano. La rovina economica è grave, ma altrettanto grave è la rovina morale che hanno causato in tutti noi e che noi inevitabilmente tramanderemo alle generazioni future. Le paure del domani, gli interrogativi, la precarietà, il sentirsi soli dentro ad uno Stato che non ha più la democrazia. Questa velata e finta democrazia che nasconde invece poteri forti e poteri di pochi mette davvero paura. E non basteranno certo gli aumenti nelle buste paga o gli aumenti nei consumi o il calo della disoccupazione a recuperare quegli splendori di un tempo in cui quasi noi tutti sapevamo vivere le giornate con maggiore disincanto, con più sicurezza e con una manciata di speranza in più nelle mani.

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