6 dicembre 2014

ANSIE

Cavolo, questa notte o mattina sono proprio in para dura (mi sembra di cantare una canzone dei tanto amati e scoperti Skiantos). Giorni pesi, come si dice a Bologna ed è difficile comportarsi come bravi 'cinni'. Pc portatile da ripristinare. Occhiali da fare. Macchina fotografica da comprare (non lo so ancora, in questi tempi di confusione non riesco piu a focalizzare il concetto se vince l'idea o il materiale a disposizione). Ieri, con agitazione che ormai mi pervade, sono andato con mio padre a Milano (zona McMahon) in un negozio che vende sia occhiali che materiale fotografico. A parte il fatto che ti si apre un mondo, devo dire che poi ti aprono parecchi dubbi o interrogativi. E così, piano piano, questo dubbi crescono dentro e io me li porto dentro, i dubbi sono come cani che ti mordono l'intestino. Ci sono momenti in cui sei appagato più o meno di quello che hai fatto, altri momenti in cui invece ti sembra tutto un grande casino e tutto è da rifare. Anche fare fotografie mi mette spesso una sorta di ansia, come se andassi a compiere un lavoro. Oggi per esempio non dormo perché sono in para per via del fatto che ho scelto (incoscientemente o meno) di andare alla Trecca, in via Salomone a Milano. Una fotografia mi basta. Poi mi sposto al Gratosoglio dove le foto in realtà sono più di una. Lo zaino da preparare, l'orario in cui alzarsi, arrivare sul posto, perlustrazione, tutte cose che un po' mi mettono ansia, soprattutto se il posto non lo conosco. Mi sa che poi, per qualche giorno o fine settimana, mi fermo. Per rifiatare, per recuperare le energie e per rimettere insieme le tessere del mosaico. È un po' come l'esercizio fisico dove il muscolo ha bisogno di rigenerarsi e la testa sapere dove andare. Così è per la fotografia. Così è per tutto.

Nessun commento:

Posta un commento