21 dicembre 2014

PIERO CHIARA

La mitica nebbia degli anni passati, quella che distinto la Padania insieme alla polenta e al lavoro. Ormai anche i 'terun' (in senso buono naturalmente) si sono abituati a queste stranezze meteo, anche perché negli ultimi anni la nebbia si è vista anche al sud Italia. Vai in un quartierone periferico di Milano e avvolti nella nebbia ci sono ancora loro, i 'terun' (in senso buono naturalmente) ma anche magrebini, arabi e persone dell'est Europa. Diciamo che la nebbia e' democratica e abbraccia tutti quanti. Oggi andiamo a Varese per una cena di Natale, o meglio di auguri di Natale. Da Varese e provincia manco da una cifra di tempo, forse l'ultima volta che ci sono stato e' stato proprio dove andiamo oggi. Parlando di Varese mi viene in mente sicuramente il lago, la Milano bene che ha l'abitudine di svernare a Varese ma anche personaggi illustri che ha reso più illustre quella terra. Piero Chiara per esempio. Mio zio Giancarlo era un grande appassionato di Piero Chiara e aveva tutti i suoi romanzi o quasi. Ora l'ho ho io perché quando è scomparso nessuno li voleva e quindi li ho presi io insieme ad altri libri. Piero Chiara, di cui c'è oggi il Premio Letterario, racconta il lago ma soprattutto racconta, anche con sarcasmo, il provincialismo delle persone che lo abitano, le loro storie, i loro intrecci personali più o meno nascosti. Da uno di questi libri, da una di queste storie, se non sbaglio c'è stata anche una trasposizione cinematografica. Considero comunque differenti i comaschi dai varesini, non so esattamente cosa li differenzia ma avverto una profonda distanza. Credo poi ci sia un'autentica e genuina antipatia, anche a livello sportivo. Un po' come i bergamaschi con i bresciani. E mi è venuta giustamente voglia di leggere qualche romanzo di Chiara, nel periodo natalizio poi è ancora meglio, c'è molta intimità nei suoi scritti..

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