10 dicembre 2014

CHRISTIANE F

Questa notte è stata la prima notte con la gelata e questa mattina la macchina era ricoperta da uno strato di ghiaccio, odioso perchè poi devi grattarlo e le mani ti diventano fredde e insensibili. Ho iniziato a leggere sul Kobo il nuovo libro, che è il proseguo del libro di Christiane F, Noi i Ragazzi dello Zoo di Berlino. Un libro che all'epoca ebbe un successo enorme. Fu tradotto in molte lingue e uscì anche il film. Lei divenne famosa, girò il mondo ma dalla droga (eroina) non si staccò praticamente quasi mai. Oggi questo libro racconta il dopo, ovvero cosa è successo alla protagonista negli anni. Da una parte fa piacere leggere di lei e fa piacere sapere che è viva, dall'altra parte da una sensazione triste di voler riportare in auge un personaggio e una storia che, volenti o nolenti, divennero famosi proprio per la loro negatività, per la loro desolazione e per il mondo dark berlinese che emerse da libro. Questo secondo libro, seppure interessante perchè leggiamo pensieri della protagonista ora adulta, suscita forse più curiosità che stupore. Christiane divenne un' eroina in negativo, fu preso come esempio ed emulazione. La star del buco, come all'epoca lei stessa usava rappresentarsi. In questo secondo libro emerge ancora lo spettro dello Zoo, non solo luogo fisico in cui all'epoca i giovani belrinesi tossivi vagavano e vivevano ma si capisce molto bene quanto sia una gabbia mentale che rappresenti un modo di vivere, una sorta di ribellione, una via di fuga allo schifo della società moderna. Oggi lo Zoo non è più quel luogo ameno e triste che il libro ci racconta ma per quei ragazzi, oggi adulti quelli sopravvissuti, rimane una sorta di 'Idaho". La ragazzina di allora, con i jeans stretti e il rossetto sulle labbra, oggi è una donna matura con gravi problemi fisici, che abita in un quartiere popolare e che, francamente, sembra essere stata messa al margine di questi fasti brutti e poi belli che ha vissuto. Personalmente non amo gli amarcord, Christiane F. me la ricorderò sempre come il simbolo della de-generazione europea degli anni 70 e 80, d'altronde questo il libro, il film e i media ci hanno passato di lei. D'altronde la donna matura che oggi racconta la sua giovinezza dice che del suo passato non potrà mai liberarsi.

Nessun commento:

Posta un commento