23 dicembre 2013

LAVORO

Venerdì, inaspettatamente ma con misericordia, ho fatto più cose di quanto ne avessi previsto, tra cui anche quella di andare a far firmare di sera un documento per il lavoro. Va' tutto bene, per carità, ma queste cose non accadrebbero se i Comuni fossero organizzati un filo meglio e avessero anche più risorse, oltre che una migliore gestione. E invece oggi il lavoro è questo, cioè ti devi abituare quotidianamente all'emergenza, a camminare sul filo del rasoio, ai contrasti con chi hai a che fare. Insomma, non è sempre piacevole lavorare in queste condizioni. Però è lavoro e quindi prendiamola così. Nel lavoro non ci sono nè amici nè conoscenti, il lavoro serve soltanto a portare a casa a fine mese lo stipendio, alto o basso che sia. Però il lavoro serve anche a dare alla propria coscienza un moto di pace, nel senso che comunque sei a posto con te stesso dopo aver svolto i tuoi compiti o doveri quotidiani. Da buon anarchico (pacifico) quale sono, sono convinto che di lavoro ce n'è troppo. Sono convinto che di mestieri ce ne sono tanti ma sono anche convinto che il lavoro occupa troppo tempo per una persona. In 9 ore della mia giornata io avrei la possibilità reale di aiutare una persona o di parlare con i miei genitori o di fare una passeggiata o di leggere dei libri, invece per 9 ore ogni giorno sono vincolato da doveri che mi portano ricchezza economica e pace interiore ma che non contribuiscono alla mia crescita spirituale, al mio benessere interiore. E' il frutto della società capitalista. I CCCP cantavano "produci, consuma, crepa", quello che la società capitalista e consumista vorrebbe da noi.

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