6 novembre 2013

PARRUCCHIERE

Penso di tornare dal parrucchiere dove andavo anni fa. Alla fine era quello che mi tagliava i capelli meglio e in cui io mi trovavo bene. Ennesimo cambiamento di ambiente, chissà se si ricorda ancora. Non è economico però i capelli li sanno tagliare e bene. E' in una zona che mi piace, a cui sono affezionato e in cui ho bighellonato a lungo. Tutta la zona in prossimità Navigli mi piace, insomma ci abiterei anche se penso che deve essere una pazzia per quanto riguarda posteggiare la macchina. Se lavorassi a Milano allora non ci sarebbero problemi, prenderei volentieri i mezzi e addio a macchina e relativo casino. Abitare in provincia è bello, ha i suoi vantaggi però allo stesso tempo ti aliena e allora senti la necessità del rumore, del casino, della puzza di inquinamento che attanaglia Milano. A Milano ci sono legato, nel bene e anche nel male. Ho ricordi belli e ricordi meno belli. E' una città che oggi non saprei affatto definire. Una volta credevo di saperla disegnare, di conoscerla, di darle un'immagine, oggi non è così e non so più se è una città aperta o chiusa, se è provinciale o europea, se è benestante o povera, se è italiana o straniera. Anche Milano è risucchiata dentro questo morbo che ci coinvolge più o meno tutti: la perdita di identità.

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