30 giugno 2013

LONTANI

Le dinamiche di lavoro, o meglio l'organizzazione del lavoro, o meglio ancora i meccanismi all'interno degli uffici, faccio veramente fatica a comprenderli. Cioè, mi spiego: alle volte (spesso) mi sembrano veramente di una banalità disarmante, disarmanti sono le strategie utilizzate da colleghi e capi per tentare di governare l'ambiente, alle volte invece questa semplicità / banalità è così profonda che diventi complessa nel capirla. La cosa basilare di tutto è che ognuno tira l'acqua al proprio mulino e questo può anche essere giusto, meno giusto è invece il fatto che un gruppo di lavoro in realtà è una cozzaglia di pecore che litigano tra di loro per difendere i propri ciuffi d'erba. Sarà la mia mentalità, sarà che comunque non posso fare nulla o poco per cambiare la situazione, sarà che in fondo non me ne frega niente, ma io mi sento diverso, lo sono diverso e lo dimostrerò. Il dipendete pubblico ha un sacco di pregi ma anche un oceano di difetti. Il primo è quello di sentirsi intoccabile nella propria routine quotidiana. Il secondo è che nella categoria dipendenti pubblici ci sono purtroppo molti che non fanno nulla in termini di lavoro cioè tirano a campare o vivacchiano dietro la scrivania aspettando l'ora di uscita. In tutti i modi i nostri governanti cercano di mutare la pubblica amministrazione trasformandola in una sorta di settore privato. Ma il problema è a monte cioè occorre cambiare radicalmente la testa di chi lavora dentro la pubblica amministrazione, sia il dipendente che il politico dovrebbe cominciare a ragionare in ottica aziendalistica. Siamo lontani dal avere una pubblica amministrazione che pensa e agisce come un azienda privata. Oddio, mancano anche serie norme per fare questo passo, perchè è impossibile che una pubblica amministrazione per comprare due penne debba fare mille procedure legate ad efficienza, efficacia, economicità e trasparenza.    Significa in sostanza essere lenti anche nelle cose più banali. Figurarsi in quelle importanti...

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